(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 35

 

JUNGLE ACTION

 

(PARTE TERZA)

 

 

LA RABBIA DELLA PANTERA

 

Di Carlo Monni

 

 

1,

 

TEMPESTA SU WASHINGTON

 

 

            Quando parlano del Dipartimento di Stato gli addetti ai lavori dicono semplicemente: “Laggiù a Foggy Bottom”, alludendo al quartiere di Washington D.C. dove si trova la sede del Dipartimento. Non hanno torto, perché quando si parla di diplomazia tutto diventa vago, nebbioso, appunto. Prendiamo questa riunione ad alto livello a cui sono presenti, tanto per citarli in ordine gerarchico: il Vice Segretario di Stato, il Sottosegretario agli Affari Politici, l’Assistente che dirige l’Ufficio Affari del Vicino Oriente, quello che dirige l’Ufficio Affari Africani, il Capo del Protocollo e con lui la sua Prima Assistente, la deliziosa dentro e spinosa fuori, come un frutto di cactus, Nicole, “Nikki” Adams. L’oggetto del discorso? Beh un attimo di pazienza e lo saprete. È il Vice Segretario a parlare:

-Bene signori, il problema si chiama Wakanda.  Normalmente sarebbe solo una piccola nazione appena poco più grande del Principato di Monaco ed altrettanto schifosamente ricco, ma negli ultimi tempi è diventata un’area cruciale dello scacchiere mondiale. Prima con quella disgraziata faccenda dell’Impero d’Africa[1] ed ultimamente con l’intervento a fianco di Halwan nella sua guerra col Murtakesh. È la prima volta che Wakanda interviene nelle vicende politiche di uno Stato lontano e non ho bisogno di spiegarvi di quanto il Presidente sia preoccupato di ogni cosa che accade sullo scacchiere mediorientale.-

-Mi scusi signore…- interviene l’Assistente per gli affari del Vicino Oriente -… ma credevo che fosse nel nostro interesse che questa guerra finisse bloccando l’espansione del Murtakesh.-

-Certo.- risponde l’altro –ma il punto è che dopo i recenti avvenimenti, l’attivismo di Wakanda ci preoccupa, non vorremmo che il suo imprevedibile sovrano, la Pantera Nera, avesse mire nascoste e l’intervento al fianco di Halwan fosse solo il primo passo. Il Segretario vuole che troviamo una soluzione ed alla svelta. Siamo tutti d’accordo?-

            Tutti assentiscono, tranne Nikki, che appare alquanto pensierosa.

-Allora è deciso.- taglia corto il Vice Segretario –Ho qui con me l’Ordine Esecutivo che nomina il nostro uomo Ambasciatore Speciale in Wakanda. Il suo compito sarà di  osservare e riferire. La persona scelta è… ehm… uomo di provata fiducia…-

            Tutti si guardano imbarazzati e Nikki si lascia sfuggire una risatina ironica. È a questo punto che io esco da dietro gli altri e mi faccio avanti.

-Signori…- annuncia il Vice Segretario -… il nostro uomo a Wakanda… Everett Kenneth Ross!-

            Faccio il mio migliore sorriso e dico:

-Sono pronto.-

 

PICCOLI PROBLEMI

 

            A molte miglia di distanza, tre giovani, un uomo e due donne, hanno costeggiato le rive di un lago, sino ad attraversare, senza avvedersene, il confine con il Wakanda. Prima che questa storia sia finita, scopriranno che il destino ha intrecciato le loro vite in modo decisamente bizzarro.

            Lorna Halliwell ha da poco compiuto 18 anni, è canadese ed era partita per l’Africa decisa a godersi la vita prima di essere costretta a confrontarsi con essa, ma ha avuto più di quanto si aspettasse. Non ne ha parlato con gli altri, ma durante la notte ha fatto uno strano sogno ed in quel sogno c’era sua nonna in quella specie di costume che usava ai tempi delle sue imprese in Africa, più di 40 anni fa, solo che non era sua nonna, era lei e c’erano anche Jane Mahoney in tenuta da Jann della Jungla e quel misterioso giovanotto che viaggia con loro, Jack Porter, anche lui in tenuta da jungla e sembrava proprio… Dev’essere colpa delle suggestioni africane, se ne parlasse, la prenderebbero per matta sicuramente. Forse Lorna non ne sarebbe così convinta, se sapesse che anche Jane ha avuto un’esperienza onirica molto simile alla sua. Quanto all’enigmatico Jack Porter, nulla in lui rivela tracce di visite da parte di presenze notturne. Il giovane si muove circospetto. Da quanto ne sa lui, nessun bianco è mai entrato in questa zona del Wakanda, nessuno sprovvisto di superpoteri, almeno. Gli stessi Wakandani se ne tengono alla larga. Jack ricorda che suo padre gli ha raccontato qualcosa sulle leggende che corrono su questo posto e sui suoi insoliti abitanti. E proprio mentre ci sta pensando, l’aria è rotta da un rumore non comune.

-Cos’era?- esclama Jane scossa. –Un leone?-

-Non ci solo leoni in questa parte di Wakanda.- risponde Jack -Od altri animali a parte… i gorilla bianchi.-

-I gorilla bianchi?- esclama Lorna –Ma non esistono, sono solo leggende per spaventare i bambini.-

-Se non esistono, cos’è quello?-

            Jack indica una carcassa gigantesca letteralmente impalata contro quella che sembra una costola di un’ancor più gigantesca creatura. Il tempo, le intemperie e gli altri animali hanno ormai spolpato la carne di uno dei leggendari gorilla bianchi. Le due ragazze non sanno che l’enorme creatura cadde molti anni fa in uno scontro con la Pantera Nera ai tempi in cui questi si batté per la prima volta con Erik Killmonger,[2]  se, invece, il misterioso Jack Porter lo sa, non ne parla.

-Dio mio, quant’è… era grosso. Era davvero un gorilla bianco?- chiede Jane.

-Puoi crederci.- ribatte l’altro –E non era l’unico. Dicono che ce ne siano ancora molti nell’area e faremmo meglio a toglierci alla svelta da qui prima di incontrarli.-

-Temo sia troppo tardi, ormai.- replica Jane ed indica un altopiano da cui stanno spuntando delle minacciose figure. I gorilla bianchi sono arrivati.

 

INTERLUDIO UNO

 

            Il nome completo della signora è Natalia Alianovna Romanova, ma negli Stati Uniti è conosciuta semplicemente come Natasha Romanov; tuttavia, il nome con cui questa bella donna dai lunghi capelli rossi e gli occhi verdi è più conosciuta al grande pubblico è un altro: la Vedova Nera. Per il grande pubblico è una specie di superspia, una versione femminile e con qualche sorta di superpoteri di James Bond; per il suo mentore Ivan Ivanovitch Petrovitch nasconde sotto un guscio più duro del ferro un animo fragile e ferito; per chiunque altro la conosca è principalmente un enigma di cui lei stessa crede di non conoscere la risposta. A volte si chiede se la sua brama d’azione, il suo vivere una vita sul filo del rasoio non sia un modo per fuggire da se stessa, ma preferisce non pensarci.

            Ha appena terminato un’intensa sessione d’allenamenti, che nella palestra risuona il suono di un battito di mani, accompagnato da una voce maschile che dice:

-Complimenti tesoro, sei sempre in gran forma.-

            Il nome del signore è Paul Dennis, o almeno questo è il nome che usa quando abita a New York e non veste i panni del mercenario hi-tech, una specie di supereroe a pagamento dalle ricche parcelle, Paladin, e quanto ad enigmi, lui non è da meno. Stasera, però, non indossa il suo costume da combattimento ma uno smoking impeccabile, è appoggiato allo stipite della porta e sorride.

-Se non ti sbrighi, però…- continua –… faremo tardi.-

-Non so se ho voglia di venire..- replica Natasha asciugandosi la fronte.

-Davvero? Io pensavo che ci tenessi. Non è stato facile avere i biglietti ed io ho sempre pensato che tu amassi il balletto. Di sicuro più di quanto lo ami io.-

            Natasha tace un istante e poi si limita a dire:

-Vado a fare la doccia, aspettami.- E così dicendo, si allontana.

            Paul rimane un attimo perplesso, poi scuote la testa e si reca nel soggiorno ad attendere. Si era procurato i biglietti per “Il lago dei cigni” certo che Natasha avrebbe gradito e così sembrava sino a poco prima. Cosa le ha fatto cambiare idea? Passando vicino ad una scrivania l’occhio gli cade su una lettera su cui spicca un nome: Howard. Sa che non dovrebbe farlo, ma la prende, Sono solo poche righe

 

Cara Miss Natasha

 

Mi dispiace di non essermi fatto vivo prima, ma ho trovato il suo indirizzo solo adesso. Volevo ringraziarla ancora per avermi aiutato quando sono stato rapito dall’Hydra.[3] Mi ha salvato la vita e non lo scorderò mai. Il prossimo weekend compirò 14 anni e mi piacerebbe che lei venisse a trovarmi a casa mia a Las Vegas. La prego non dica di no. Le lascio il mio indirizzo E-mail ed il numero di cellulare che conosciamo solo io e papà…

 

            Paul ripone il foglio sulla scrivania. Ricorda il ragazzo e le circostanze in cui ha incontrato Natasha. John Harold Howard, detto Jack, figlio del leggendario Harold Howard, un uomo tanto misterioso quanto ricco, al punto che si dice che non più di cinque persone in tutto il mondo conoscano il suo volto Natasha non ne ha mai parlato, non con lui almeno, ma è chiaro che avesse dei motivi personali per volerlo salvare, oltre che del risentimento verso il padre di lui, È per colpa di quella lettera che l’umore di Natasha ha subito un cambiamento? Il ragazzo è sicuramente in piena tempesta ormonale, data l’età e di sicuro è rimasto affascinato da una donna più grande, capita a quell’età, ma … e lei? Cosa l’ha turbata? Paul Dennis riflette… e se….?

-Sono pronta, andiamo.-

            Natasha, fresca come una rosa è davanti a lui, indossando uno splendido abito da sera. A quanto pare, il suo umore è cambiato ancora, anche se nei suoi occhi è possibile scorgere un accenno del turbamento precedente. La donna offre il braccio al suo cavaliere e lui lo prende. Cercherà le risposte alle sue domande in un altro momento, ma è già convinto che non sarà da Natasha che potrà sperare di averle.

 

 

2.

 

 

CORRIERE DIPLOMATICO

 

             Quando arrivo in Wakanda c’è decisamente del fermento. A quanto pare, il Cliente, ahem, il sovrano di Wakanda, T’Challa, la Pantera Nera sta per guidare una spedizione di guerra verso i territori proibiti, dove ritiene che si nasconda il suo nemico Erik Killmonger, un tipo molto poco raccomandabile, ve lo dico io. Beh sono appena sceso da un elicottero che mi ha portato a Palazzo Reale. Quando questi due tizi mi si parano davanti puntando le loro lance verso il mio petto.

-Fermo straniero!- intima il primo –Nessuno può disturbare il Demone Pantera mentre è in corso la riunione del Gran Consiglio dei Capi.-

Ahem…- interviene il secondo -… il mio compagno voleva dire che nessuno può disturbare la Sacra Pantera mentre è in riunione… ecco!-

-Ma io sono un inviato del Segretario di Sta..- comincio a dire, ma prima che possa finire, un minaccioso gigante si staglia dietro di loro.

-Stupidi!- esclama con voce dura –Fate passare quest’uomo. È un vecchio amico del nostro sovrano.-

            Se conosceste Zuri, non avreste dubbi che la pelle di leone che l’avvolge l’ha strappata all’animale personalmente e dopo essersi mangiato la sua carne… cruda. Scosta entrambe le guardie, come se non esistessero, poi mi abbraccia.

-Amico Ross, la Pantera sarà felice di vederti.-

            E mentre faccio la conta delle costole fratturate dall’abbraccio fraterno di Zuri, sento le due sentinelle borbottare:

-Mi fai sempre fare delle figuracce Tayete. Chiamarlo Demone Pantera di fronte ad un suo amico straniero…-

-Ma Kazibe io non sapevo…-

            Sarà un bel soggiorno, me lo sento.

 

QUEL PICCOLO PROBLEMA DI POCO FA…

 

            Spero che non abbiate dimenticato i nostri tre ragazzi sperduti alle prese con i terribili gorilla bianchi, perché stiamo per tornare da loro e, credetemi, non se la passano bene, anche se possono riservarvi qualche sorpresa.

-Quelli sono i gorilla bianchi?- esclama Lorna Halliwell –Ma sono giganteschi!-

-Ed anche molto feroci stando alle leggende.- replica Jack Porter –Io avrei un suggerimento: alziamo i tacchi!- E così dicendo, comincia a correre a perdifiato, imitato dalle due ragazze.

Jane Mahoney, molto poco razionalmente, quasi si rammarica che non ci sia nessuno a cronometrare la sua performance. Deve stare battendo ogni record, spingendosi al massimo; ogni muscolo delle gambe le duole adesso, ma non si ferma, i polmoni inspirano ed espirano furiosamente e lei corre, corre. Non le è mai piaciuta la corsa, la sua specialità erano gli esercizi a corpo libero, ma ora questo non conta, sta per sputare la sua stessa anima, ma non può mollare, anche se sa che è tutto inutile, quegli animali sono troppo veloci, lo sa, li raggiungeranno prima di… già, prima di cosa? Dove possono sperare di arrivare per sperare di essere salvi? Pochi istanti dopo, la questione diventa accademica, quando Lorna inciampa e cade a terra e la figura di uno dei gorilla bianchi si fa sempre più incombente e minacciosa.

Jack Porter si ferma, nei suoi occhi brilla una cupa determinazione

-Voi due correte!- intima –Io cercherò di fermarli!-

-Ma… ma come puoi sperare di…- prova a ribattere Jane.

-Ci proverò.- replica, secco, l’altro, poi si libera della camicia, impugna il coltello e quindi getta la testa all’indietro e lancia un urlo gutturale.

            I gorilla si fermano, poi uno di loro avanza e comincia a muoversi in cerchio studiando l’avversario, mentre anche il ragazzo fa altrettanto. Alla fine il gorilla decide che il piccolo umano non è assolutamente una minaccia degna di nota e con un urlo terribile gli si getta addosso. Con un salto acrobatico Jack evita un colpo che avrebbe potuto staccargli la testa. Di nuovo salta, evitando un altro colpo, aspettando il momento buono.

            Alle sue spalle, le ragazze si sono fermate al limite di una radura

-Ma… crede davvero di farcela contro quell’orrore?- chiede Lorna.

-Non lo so.- ribatte Jane –C’è qualcosa nel modo in cui si muove e... quell’urlo che ha lanciato…-

-C’è in lui molto più di quel che sembra, Jann.- dice una voce alle loro spalle –In lui scorre il sangue dei suoi avi dopotutto… come per voi due.-

            Le due ragazze si volgono per vedere un nero di bassa statura, calvo e vestito solo di un perizoma.

-E tu chi saresti?- ribatte Jane. –E come mi hai chiamato?-

-Se ti serve un nome, puoi chiamami Mokadi. E quanto al tuo nome, lo conosci bene, Jann della jungla.-

-Cosa stai dicendo, piccoletto? Io non sono….-

:Oh.lo so bene, Jane Mahoney, ma tu sei l’erede di Jane Hastings, così come lei lo era della prima Jann, che venne in Africa quando essa era ancora perlopiù sconosciuta all’uomo bianco. Sei venuta a cercare il tuo destino Jann e lui ha trovato te e la tua compagna.-

-Mokadi. Il tuo nome significa spirito.- interviene Lorna –Nei racconti di mia nonna eri nominato qualche volta.-

-Mi fa piacere essere ricordato, giovane Lorna. Davvero sei intelligente e bella come si conviene ad una regina della jungla.

-Ehi vuoi dire che questo sgorbio è davvero una specie di folletto africano?- interviene Jane.

-Fossi in voi, mi preoccuperei del vostro giovane compagno, adesso.- ribatte il misterioso Mokadi.

            Le due ragazze si erano dimenticate dello scontro, ma ora si volgono e vedono che Jack Porter ha approfittato di un varco nella guardia del suo avversario e gli è balzato addosso, affondandogli il coltello nel petto. Il gigantesco gorilla bianco lo stringe, affondando i suoi artigli sulla schiena del giovane, ma questi non molla e continua ripetutamente a colpire, finché… ecco che il gigantesco animale barcolla ed infine cade. Per lunghi istanti nulla si muove, poi, lacero e sanguinante, Jack Porter si alza e solleva le braccia al cielo, emettendo versi gutturali ed un lungo urlo di trionfo. Nessuno degli altri gorilla bianchi si muove.

-Andiamo via!- dice il giovane.

-Tu sei ferito.- esclama Lorna.

-Ci penseremo dopo. Io non so se i gorilla bianchi si fermeranno davvero e per quanto, dobbiamo uscire dal loro dominio alla svelta.

-Forse quel piccoletto potrà indicarci la via.- interviene Jane –Ehi dov’è finito?-

            Il misterioso Mokadi è sparito, infatti.

-Bah, c’era da aspettarselo.- continua Jane –Bel trucchetto, amico. Non sapevo che tu fossi la controfigura di Ka-Zar.-

            Lui la fissa e sogghigna

-Molto divertente.- ribatte –Ora filiamo finché possiamo.

-Mi spiace, ma non potete, siete miei prigionieri adesso.

            A parlare è stato un gigantesco nero rivestito dalla pelliccia di un gorilla bianco, al suo fianco altri giganteschi animali.

            Istintivamente Jane afferra il coltello dell’esausto Jack e lo punta contro il nuovo venuto.

-E tu chi sei?-

-Il signore di questo posto.- ribatte l’altro con un sinistro sorriso–Il mio nome è M’Baku, ma voi potete chiamarmi Uomo Scimmia!-

 

LA PREDA DELLA PANTERA

 

            Quando sono entrato nel servizio diplomatico (abbandonando una promettente carriera alla Procura Distrettuale di Manhattan, ma che importa?) non mi avevano detto che avrei dovuto avventurarmi in lande brumose in compagnia di un gruppetto di pazzoidi abbigliati in costumi da Pantera Nera, di guerrieri africani vestiti di gonnellini di foglie di banano o quel che è, ma armati di armi così sofisticate che al Pentagono verrebbe un travaso di bile e soprattutto nessuno mi aveva detto niente di ponti di corde sospesi in mezzo al nulla. Dico, ho letto i romanzi di avventura, visto decine di film, compreso “Indiana Jones e il Tempio Maledetto” e so cosa accade quando si attraversano questi affari.

-No, grazie.- replico cortesemente -Credo che resterò da questa parte.-

-Ne sei proprio sicuro amico Ross?- mi chiede la Pantera Nera.

-Niente potrebbe costringermi ad attraversare quel coso.- ribatto –Niente!-

-Peccato, perché non possiamo riportarti indietro e questo vuol dire che dovrai aspettarci qui… da solo.-

-Da solo?  Un momento, Maestà, io sono un rappresentante ufficiale degli Stati Uniti ed il Presidente non sarebbe affatto contento se io… ehm...-

-Finisse sbranato da qualche bestia selvaggia? Capisco Ross, ma purtroppo non posso proprio lasciare qualcuno dei miei uomini qui durante questa delicata missione            Scommetto che quel figlio di una pantera di facili costumi sta ridendo sotto quella maschera. Beh non mi lascia molta scelta. Mi avvio verso il ponte e ci metto il piede sopra, poi esito

-Ma siamo sicuri che regge?-chiedo.

-Zuri!- ordina la Pantera ed il vecchio guerriero mi solleva e mi prende sottobraccio come una valigia. Giuro che è stato umiliante. Mentre gli urlo di mettermi giù, quel bestione percorre il ponte tutto di corsa finché non siamo dall’altra parte e non ha nemmeno il fiatone, gli altri ci vengono dietro.

-Ben fatto Zuri.- dice la Pantera –Ed ora portiamo la guerra nel regno di Killmonger.-

            Già, certo

 

 

3,

 

 

LA TERRA DEGLI ZOMBIE.

 

            La spedizione si inoltra nel territorio inesplorato. Al mio fianco i due buffi guerrieri che mi hanno accolto al mio arrivo.

-Non vengo volentieri da questa parte, ci abitano gli spiriti.- dice Tayete.

-Oh si!- gli fa eco Kazibe –Spiriti molto cattivi, per non parlare dei gorilla bianchi… molto, molto cattivi.-

            Dovevano toccarmi proprio gli Stanlio & Ollio di Wakanda come guardie del corpo, oh beh ci sono cose peggiori di questi due buffoni ed, in effetti, stanno per arrivare.

            La terra comincia a tremare ed a sollevarsi e da sotto i nostri piedi spunta un orda di… cadaveri? Cavoli, sono proprio zombies, come nel film di Romero e ce l’hanno con noi, tanto per cambiare.

-Sono i servi di Re Cadavere!- esclama Tayete.

            Re Cadavere? Che razza di nome è? Beh non ho davvero voglia di scoprirlo. Improvvisamente Vladivostok non mi sembra più un posto tanto brutto dove vivere. Anche una base nell’antartico andrebbe bene a ripensarci. Sempre ammesso che non diventi il prossimo pasto dei cadaveri ambulanti che mi stanno per afferrare. Beh, lo farebbero, se una furia vestita di scuro non piombasse tra me e loro.

            Se non avete mai visto la Pantera Nera in azione, beh non sapete cosa vi siete persi. Non proverò nemmeno a descrivere le sue mosse mentre colpisce gli zombie, costringendoli ad indietreggiare e sfugge con elegante agilità ai loro tentativi di afferrarlo, poi lo sento urlare ai suoi:

-Sparate… adesso!-

            Non so con cosa sono caricati i fucili dei soldati di Wakanda, ma, qualunque cosa sia, sembra rallentare gli zombie e di questo approfitta la Pantera per saltare oltre loro e correre verso una figura segaligna che ha sul volto tatuata (o almeno spero che sia un tatuaggio) una specie di maschera da teschio. Immagino sia quello chiamato Re Cadavere. Dalla mia posizione non odo cosa si dicono, ma vedo le loro mosse e per quanto il tizio sia agile, la Pantera è sempre in vantaggio ed alla fine gli basta un colpo ben assestato per abbatterlo.

            Sorpresa! Appena il tizio cade i cadaveri ambulanti cessano di essere ambulanti e piombano al suolo più morti che mai.

            Uno a zero per il gattone.

 

INTERLUDIO DUE

 

            Clive Reston spara il suo ultimo colpo, poi il meccanismo avvicina il bersaglio.

-I miei complimenti Mr. Reston – gli dice un uomo accanto a lui–Un centro perfetto per ogni colpo.-

            Clive sorride e risponde:

-Merito dell’arma: è una pistola superba.-

-Lo diceva anche suo padre.-

-Lo so.-

            Un cenno di saluto e Clive lascia il poligono di tiro e, proprio mentre esce all’aperto, vede una giovane donna dai capelli rossi avvicinarglisi

-Ti trovo bene Melissa- le dice sorridendo.-Andata bene la vacanza?-

Melissa Greville ricambia il sorriso e risponde:

-Bene davvero, la Giamaica è stupenda in questa stagione. È stato un peccato che tu non sia venuto.-

-Avevo da fare.. e a pensarci bene ce l’ho ancora. Velcro mi ha fatto fare il giro dell’oca e mi è sgusciato ancora tra le dita.-

-C’è Leiko Wu sulle sue tracce, giusto?-

-Si. Se qualcuno può prenderlo, oltre a me, s’intende, quella è lei. È… molto in gamba.-

            Per qualche motivo Melissa è l’unica donna che lo faccia sentire a disagio. Hanno avuto una storia tempo fa, ma non è durata, eppure c’è rimasto qualcosa di non finito tra loro. Potrebbe impegnarsi con lei, ma è come se avesse paura di farlo seriamente e lei lo capisse. Basterebbe poco per fare quel passo e stava quasi per farlo, no? Appena uscito dall’ospedale. Ma ha perso il momento e chissà se tornerà. Gli ci vorrebbe una bella missione. Nulla di meglio del rischiare la vita per non pensare a certe cose. Già, proprio così.

 

PRIGIONIERI

 

            Avete presente quei vecchi racconti d’avventure esotiche di una volta? Ma sì: quelli in cui l’eroe e l’eroina finivano regalmente legati ad un palo in attesa di un’orribile morte? Beh, che ci piaccia o meno, questa è la situazione dopo che M’Baku ha catturato i nostri tre intrepidi protagonisti e li ha portati nella caverna di Killmonger (E non ditemi che non vi eravate aspettatati che l’Uomo Scimmia fosse un suo alleato, perché non ci credo). Tanto per citare un tizio che conosco:[4] “Che razza di sviluppo rivoltante che è questo!”

            Ok! Abbiamo il nostro aitante giovanotto e le due ragazze legati al palo ed ecco arrivare il nostro cattivo, spavaldo, a petto nudo, come nella migliore iconografia del genere.

-Mi spiace signori, ma siete stati sfortunati e dovrete essere nostri ospiti per un po’. Ma, scusate, non mi sono presentato. Io sono…-

-Erik Killmonger.- risponde Jack Porter –Aspirante dittatore di Wakanda.-

-Mi conosci?- esclama Killmonger perplesso –Sono lusingato.-

-Hai tentato più volte di strappare il trono a Pantera Nera.- continua il giovane –L’ultima volta, durante la cosiddetta cerimonia d’incoronazione della Pantera Nera ad Imperatore d’Africa.-[5]

-Sei molto ben informato giovanotto. Chi sei?-

-Solo uno qualunque.- risponde il ragazzo-

Si, ci credo.- replica sprezzante Killmonger –Non importa, perché lo scoprirò. Ho spezzato uomini migliori di te, ragazzo.-

-Intanto, il meglio che sai fare è tenere prigionieri me e due giovani donne.-

-Per me non siete niente, solo un diversivo in attesa di affrontare il mio nemico, T’Challa.-

            E come se la pronuncia di quel nome fosse stata un segnale, ecco entrare un uomo di colore che indossa solo un perizoma, la sua pelle è tutta ricoperta di aculei.

-Che succede, Salamandra K’Ruel?- chiede Killmonger.

-La Pantera ed il suo esercito stanno arrivando, hanno battuto Re Cadavere e le sue legioni dei morti.-

            Per un attimo Killmonger s’incupisce, poi sul suo volto si disegna una smorfia sadica.

-Non lo aspettavo così presto, ma non importa, sono pronto alla battaglia ed anche voi due lo siete, vero mie brave?-

            Le due donne a cui si è rivolto, quella vestita di bianco e che risponde al nome di Malizia e quella col costume di leopardo chiamata Madam Slay rispondono all’unisono:

-Si Erik!-

-E allora, andiamo ad affrontare il nostro nemico.-

            E così dicendo, esce dalla caverna, seguito dalle due donne.

 

 

4.

 

 

LA NOTTE DEI GATTI NERI

 

            Ok, lo ammetto: non mi sentivo molto a mio agio in quell’ambiente, anche se ero circondato dai parenti di T’Challa. Ad essere sincero, i membri del Clan della Pantera non m’ispirano molta fiducia: Joshua Itobo mi sembra davvero troppo magro e poi… ha un’aria troppo da intellettuale per essere un buon combattente; Ishanta mi sembra il tipo che in gioventù avrebbe potuto stendere un leone con un pugno, ma ora, quella che si nota sotto il costume è soprattutto una prominente pancetta; quanto a Zuni, beh, non è il fatto che sia una donna ad impensierirmi, ma il fatto che è davvero troppo vecchia per questo e decisamente troppo, troppo grassa. Sto appunto facendo queste riflessioni, quando un dardo mi passa a due millimetri dal naso.

-Ma cosa diav…-

-Sta giù, amico Ross!- mi intima Zuri –Gli sgherri di Killmonger ci stanno attaccando!-

            Ottimo, mi mancava solo questo. Faccio quel che so fare meglio quando c’è da menare le mani: mi sdraio per terra facendo il morto, poi accanto a me si scatena il caos.

            A quanto pare, Killmonger ci sta scatenando contro i suoi alleati superpotenziati e sono clienti difficili. Vedo le Pantere di seconda categoria darsi da fare per affrontarli e come sospettavo, Joshua Itobo non sembra farcela contro un tizio con un grosso testone verde e la faccia piena di pustole. Ma… aspetta un momento. A quanto pare, il dottorino conosce qualche mossa ed ha sbilanciato il tizio, che perde l’equilibrio. Intanto una specie di gigante che farebbe venire i brividi a Mike Tyson si para di fronte ad Ishanta.

-T’Challa è troppo pavido per affrontarmi personalmente?- chiede sprezzantemente.

-Se credi che io non sia all’altezza…- ribatte Ishanta -… ripensaci! Prima della nascita di T’Challa, ero io l’erede designato del vecchio T’Chaka. Mi sono sottoposto ai riti di purificazione, ho mangiato le erbe sacre, bevuto le pozioni e…-

-… e parli troppo vecchio.- replica l'Uomo Scimmia –Fammi, invece, vedere come combatti.-

            Ishanta gli sferra un pugno ed a suo onore devo dire che non è affatto male. Probabilmente chiunque altro sarebbe finito al tappeto o, almeno. avrebbe barcollato ben bene. M’Baku si limita a sogghignare.

-Tutto qui?- è il suo commento.

            Comincio a pensare che il vecchio Everett K. Ross sia davvero nei guai.

 

FIGLI DELLA JUNGLA

 

No, no, non mi sono dimenticato dei tre prigionieri di Killmonger. Ora andiamo a trovarli, soli nella caverna ed ancora saldamente legati al palo. Ognuno di loro ha provato a liberarsi, ma non ha avuto grande successo e poi…

-Mi sbaglio o siete nei guai?-

            Chi a parlato è apparso improvvisamente nel vano della caverna e non è sconosciuto alle due ragazze.

-Mokadi!- esclama Lorna Halliwell.

-Liberaci!-gli chiede Jane Mahoney.

-Io? Non so proprio se uno spirito della jungla debba intervenire in questo caso.-

-Non fare della filosofia inutile, nanerottolo.- ribatte Jane –Qui siamo in pericolo tutti.-

-Ahime, Jann, non sei davvero cortese, ma non importa, gli eventi incalzano.-

            Mentre il misterioso Mokadi finisce di parlare, un denso fumo invade la caverna coprendo tutto. Curiosamente, nessuno dei tre prigionieri si sente soffocare, come se la cappa di fumo stesse risparmiando proprio loro, poi dal fumo emerge una figura. Jane la riconosce: è il vecchio stregone che aveva visto due volte prima di allora, nella capitale della Rudyarda prima e sul greto del fiume in cui si erano gettati per sfuggire ad un conflitto tra fazioni rivali, poi…[6] ed infine nel suo sogno della notte prima,[7] quello in cui… Senza parlare il vecchio depone ai loro piedi una specie di fagotto e Jane sa istintivamente di che si tratta, poi il vecchio scompare nel fumo

“Accetta il tuo retaggio Jann.”

“Abbraccia la tua eredità, Lorna.”

“Affronta il tuo destino, Scimmia senza peli”

            La voce sembra parlare direttamente all’io più intimo di ciascuno dei tre prigionieri, poi, com’era venuto, il fumo si dirada e loro si accorgono di essere… liberi.

-Ma come…- si chiede Lorna.

-Magia!- risponde Jack –Sembra che ci sia qualcuno che ha deciso di proteggerti.-

-Non capisco come tu faccia a trovarlo così normale.- ribatte Lorna – Io sono… spaventata.-

            Jane non parla, ripensa alle parole che ha udito, al sogno che ha fatto, poi afferra il fagotto.

-Credo che abbia lasciato questi per noi e credo che dobbiamo proprio indossarli.- dice e porge una specie di costume a Lorna –Direi che questo è per te, vero?-

            Lorna lo osserva e poi sorride.

-Si, penso proprio di si.- risponde.

-Bene, ora se ci fai il piacere di voltarti amico. Non so come la pensa Lorna, ma io e te non siamo ancora abbastanza in confidenza.-

            Jack sogghigna e risponde:

-Ok, nessun problema.

            Appena si è voltato, Jane si sfila quel che rimane dei suoi vestiti e poi comincia a rivestirsi con ciò che le ha lasciato il vecchio stregone. Comincia con un corto abito nero di pelle d’animale che le lascia scoperte le spalle e le braccia, poi s’infila ai piedi un paio di piccoli sandali neri, quindi si mette all’altezza del gomito destro un bracciale dorato al braccio destro e se ne infila un altro di forma serpentina al polso sinistro; dopo tocca ad un collarino d’argento intorno al collo; poi è il turno di due orecchini circolari dorati; infine si sistema la cintura rossa ed afferra l’ultima cosa: un affilato coltello, che soppesa nella mano. Qualche volta in passato aveva fantasticato di indossare quel costume ed ora le sembra che, che…

-Sembri nata per indossarlo.-

            È la voce di Lorna e Jane si gira a guardarla. La bionda canadese ora indossa un corpetto scollato a strisce rosse e nere e shorts tigrati; al collo ha una collana di denti d’animale e bracciali d’oro appena sopra i gomiti, i piedi sono nudi ed in una guaina appesa alla cintura sta l’inevitabile coltello.

-Anche per te è lo stesso.- replica.

-Siete un vero schianto signorine…- interviene Jack Porter, ora la sola cosa che indossa è uno slip di pelle, forse di leone -…ma ora direi che dovremmo fare qualcosa.-

-Secondo te dovremmo fare l’eroe e le eroine della situazione e combattere i cattivi?- gli chiede, ironica, Jane.

-Viste le intenzioni dei cattivi, direi di si… o almeno è quello che farò io, miss Mahoney, voi fate quel che volete.

            Jane soppesa il coltello nella sua mano destra.

-Suppongo che, visto come sono vestita, tu possa chiamarmi col nome che 50 anni fa dettero a mia nonna: Jann della Jungla!-

-Ma davvero?- esclama Lorna Halliwell –Tu pensa che anche mia nonna era un’eroina della jungla negli anni 50: era Lorna la Regina della Jungla- Che coincidenza!-

 -Coincidenza? Ci credi davvero? Io credo che sarebbe troppo dura da mandar giù. No, qualcuno ci ha manovrato dall’inizio, non so come, chiamala magia, se vuoi, per portarci fin qui, insieme e per farci arrivare a questo punto. Scommetto, anzi, che anche tu hai qualche sorpresa del genere, Jack Porter, se questo è davvero il tuo nome. Dimmi un po’ anche tu hai dei parenti che si divertivano a correre per la jungla mezzi nudi?-

            Jack sogghigna ancora e risponde:

-Diciamo di si, ma potremmo parlarne più tardi? Abbiamo ancora da pensare a Killmonger ed ai suoi sgherri.-

-A proposito dei quali, tu sai anche troppe cose, direi. Ma hai ragione, non è il momento di pensarci adesso, abbiamo un lavoro da fare.-

-La sola cosa che farete sarà... morire.-

            E dicendo così, la donna chiamata Malizia sbarra loro l’uscita della caverna

 

INTERLUDIO TRE

 

            Il suo solo nome è bastato a terrorizzare intere generazioni di cinesi e per oltre 90 anni è stato la nemesi di un uomo che ha dedicato la sua stessa vita a bloccare i suoi piani di conquista e sterminio. Ma perfino questo tempo, degno di una vita intera per la maggior parte degli uomini, non è stato che una breve parentesi per il sinistro Fu Manchu, il Dottore del Diavolo. Oggi, nel suo laboratorio segreto compie esperimenti che la scienza tradizionale non riuscirà a duplicare per decenni ancora e molti non vorrebbero nemmeno che lo facesse, ma la sola etica che Fu Manchu segue è la propria. Ai suoi occhi egli non è un uomo malvagio, al contrario, si considera la sola speranza per un’umanità corrotta e condannata. Per lui i suoi nemici sono solo dei folli che impediscono l’avvento di una nuova età dell’oro, ma se l’esperimento riesce, se il piano che ha messo in azione sin dal suo ritorno sulle scene funziona come deve, allora il successo sarà indubbiamente suo.

            Fu Manchu sorride e se qualcuno lo stesse osservando avrebbe ragione di tremare.

 

 

5.

 

 

REGINE DELLA JUNGLA

 

            Un uomo potrebbe farsi impressionare dalla bellezza statuaria della donna di nome Malizia, ma in quel giovane corpo si cela una determinazione quasi senza eguali. Un tempo, il suo nome era Nakia e se la sua ossessione per T’Challa non l’avesse spinta a tentare di uccidere Monica Lynne, la fidanzata del sovrano, non avrebbe dovuto lasciare Wakanda in disgrazia.[8] Come e perché sia diventata un’alleata di Killmonger, ansiosa di servirlo e compiacerlo al punto di battersi al fianco della sua rivale, quella stessa Monica Lynne che, nei panni ridotti di Madame Slay, è anch’essa alleata di Killmonger e chiaramente da lui plagiata in qualche modo, è ancora un segreto.

            Alle due giovani donne che si trovano a combatterle entrambe non importa affatto sapere se stanno dalla parte di Killmonger di propria scelta, oppure no, sanno che la loro stessa vita dipende dall’uscire vincitrici dal loro primo scontro.

            All’inizio le avversarie si studiano, muovendosi con cautela, poi la lancia di Malizia scatta ed è Jann ad evitarla a malapena.

-Faresti faville nel lancio del giavellotto carina.- dice Jann, cercando di mostrarsi più sicura di quanto non sia, ma Malizia non le risponde, scatta e le sferra un calcio al mento. Solo l’addestramento atletico di Jann, lo stesso che ne ha fatto una campionessa olimpica, le permette di anticipare la mossa quel tanto che basta per accompagnare il colpo, saltare all’’indietro e ricadere sui talloni dopo un elegante capriola. Intanto Malizia ha recuperato la lancia e carica verso di lei. Jann scarta di lato e salta addosso alla sua avversaria, che si sbarazza di lei facendola volare sopra la sua testa e stavolta Jann riesce a fare solo un poco elegante atterraggio sul sedere.

            Poco lontano, Lorna si confronta con Madam Slay

-Uhm… miss… possiamo parlarne pacificamente?-

-Erik dice che devi morire ed io ti ucciderò!- ribatte Monica.

-Oh quand'è così, mi scuserà miss, ma non sono molto d’accordo.-

-Attacca!-

            All’ordine di Madam Slay un leopardo piomba addosso a Lorna che è trascinata a terra. Sente il fiato del felino sul collo, i graffi dei suoi artigli alle braccia, le zanne che si preparano a morderla. La paura l’assale. Lei è solo una normale diciottenne canadese, perché deve morire così?  Chiamatelo istinto di sopravvivenza, chiamatelo un richiamo ancestrale, chiamatelo come volete, l’importante è che Lorna raggiunge il suo coltello e comincia a colpire l’animale sino a, per abilità o fortuna, spaccargli il cuore, poi si rialza, coperta di sangue.

-Io… sono… viva!- ansima mentre parla e guarda una furiosa Madam Slay che le corre incontro brandendo a sua volta un coltello.

 

SCIMMIE E PANTERE

 

Ok, Ok, sento le vostre proteste. L’azione sta correndo un po’ troppo in fretta per voi. Volete sapere che ne è di Killmonger e dei suoi sgherri. Possibile che siano stati già sconfitti? È mai possibile che lo scontro più importante di tutta la storia sia avvenuto dietro le quinte? E, soprattutto, il vostro amichevole Everett K. Ross ha ancora la testa attaccata al collo? Come? Questo non v’interessa affatto? Beh, a me si, invece e quindi è da lì che ricominceremo la narrazione, se non vi spiace. Avevamo lasciato Ishanta alle prese con M’Baku, l’Uomo Scimmia ed è lì che li ritroviamo. A quanto sembra, la Pantera ha attaccato prima di quanto Killmonger avesse anticipato, ma il nostro uomo non è del tutto privo di risorse, pare, ed ha scatenato sul campo di battaglia, tutte le sue forze contro quelle della Pantera Nera. Al comando degli uomini di Killmonger ci sono due tizi che non vinceranno mai un concorso di bellezza: il Barone Macabro, davvero troppo brutto per descriverlo e Salamandra K’ruel, uno che sembra un istrice umano, dietro di loro anche i terribili gorilla bianchi, il che mi riporta al nostro (si fa per dire) M’Baku.

Ishanta non è abbastanza svelto ad evitare i colpi dell’Uomo Scimmia, ma bisogna dire che è un buon incassatore e prima di farsi mettere al tappeto ha modo di far ansimare l’altro ciccione, ma poi l’Uomo Scimmia si volge verso di me.

-L’amico bianco di T’Challa, vero? Ora ti staccherò la testa dal collo.-

            Dev’essere una mania per lui, penso. Beh davvero me la vedo brutta, quando Una figura si para in mezzo a noi:

-Prova con me, prima.-

            La voce è ferma e decisa ed appartiene a nessun’altro che la Pantera Nera. M’Baku ride sinistramente.

-Sarà un vero piacere per me.-

            Si getta su T’Challa, ma lui lo evita. Per i successivi minuti, la battaglia è composta da tentativi di M’Baku di colpire T’Challa senza riuscirci, mentre lui lo evita costantemente e lo colpisce saltandogli attorno, agile come un vero gatto poi, alla fine, l’Uomo Scimmia lo afferra ad una gamba nel mezzo di un salto e lo fa cadere a terra.

-Ora sei mio!- urla.

            Ed è in quel momento che qualcuno gli piomba addosso.

 

UOMINI SCIMMIA

 

            Non avevate dimenticato il ragazzo chiamato Jack Porter, vero? Beh eccolo qui, pronto ad attaccare M’Baku, armato di coraggio e di un coltello

-Giovane idiota, adesso morirai anche tu.- ribatte M’Baku.scrollandoselo di dosso.

-Bah che razza di dialoghi cretini che hai!- replica Jack.

-Osi prendermi in giro?- la furia di M’Baku aumenta mentre si lancia contro il ragazzo.

-Beh l’idea era quella in effetti.- ribatte questi.

-Ti farò a pezzi, sono più forte di te!-

-Ed hai di sicuro un ego più grosso dell’Empire State Building, se lo chiedi a me.- gli replica una voce alle sue spalle. La Pantera si è ripresa e si getta addosso a M’Baku facendogli perdere l’equilibrio. Del momento approfitta Jack per sferrare un calcio alle parti basse di M’Baku, che urla.

-Non è stata una mossa molto onorevole, forse...- commenta il ragazzo. -… ma ci penserò dopo.-

            M’Baku si contorce dal dolore e ed è subito tempestato di colpi da Jack e dalla Pantera, sino a che cade.

-Direi che è stata dura.-

-Ma non è finita, amico.- esclama la Pantera –Guarda!-

            I gorilla bianchi attaccano furiosi, ma, improvvisamente, si bloccano e si portano le zampe alle orecchie, quindi cadono a terra. Uno dopo l’altro.

-Ma cosa?- chiede Jack.

-Un apparecchio ad ultrasuoni azionato da Taku e sembra che abbia stordito anche il Barone Macabro. Scommetto che erano i suoi poteri mentali a controllare i gorilla.-

-Beh se la battaglia è finita…- dice Jack -… ci sono le mie amiche da soccorrere.-

-Non è finita.- dice la voce di Zuri –Killmonger è scomparso.-

 

 

6.

 

 

BRAVE RAGAZZE

 

            Proprio nel momento in cui sta lanciandosi verso Lorna, Madam Slay si ferma ed esita, prendendosi la testa fra le mani. La ragazza la guarda perplessa chiedendosi cosa stia succedendo.

            Poco lontano da lì, Jann sta lottando contro Malizia. Istintivamente le afferra il giavellotto ed interrompe il suo slancio portandola a cadere.

-Vorrei dire che mi dispiace...- dice sferrandole un pugno -… ma non sarebbe vero.-

            Mentre la ragazza cade a terra, ecco che si ode una voce.

-Ma guarda, guarda, le nostre due prigioniere si sono liberate, dovremo provvedere, vero Salamandra?-

            Erik Killmonger è arrivato con un pessimo tempismo, pare. Si avvicina a Madam Slay e le chiede.

-Tutto bene?-

-Io… credo di si.- risponde lei –Mi fa solo un po’ male la testa.-

-Mmm dev’essere quell’affare che è stato usato per abbattere i gorilla bianchi, non credevo potesse avere effetto su di te. Chissà perché.-

-Dovresti chiederlo a me, te lo spiegherei volentieri.-

            Da un angolo della caverna, ecco emergere la Pantera Nera

 

LO SCONTRO FINALE

 

            Bene, eccovi il momento tanto atteso, in cui l’eroe ed il cattivo si confrontano l’uno con l’altro e Killmonger pare davvero sorpreso.

-T’Challa? Come puoi essere qui? Ti ho appena lasciato nella piana di sotto, non puoi avermi preceduto.-

-Quello non ero io. Mio cugino Khanata mi ha impersonato mentre io segretamente raggiungevo questa caverna. Sei stato prevedibile Killmonger. Hai scelto il tuo vecchio rifugio di quando c’incontrammo la prima volta ed ora finiamola.-

-Certo…- risponde Killmonger sogghignando -… ma a modo mio. Avanti mia Madam Slay, uccidilo.-

-Io? Si… devo!-

            La Pantera Nera osserva la donna ed esclama:

-Monica? Lo sapevo che eri viva. Liberati dal giogo di Killmonger. Tu sei sempre stata donna libera, non permettergli di controllarti.-

Così dicendo, T’Challa si sfila la maschera e resta immobile davanti a lei. Monica esita:

-Io devo ucciderti… Erik lo vuole ed io… devo… io … non lo voglio!-

            La sua arma le cade dalle mani e T’Challa si precipita ad abbracciarla.

-Calma Monica, va tutto bene ora.-

 -Ahem, mi spiace…- interviene Lorna -… ma pare che quei due tizi siano spariti.-

            T’Challa non cambia espressione.

-Non importa.- risponde –Il posto è circondato, Killmonger non ha alcun luogo dove andare.-

           

IL SALTO

 

            Fuori della caverna, le forze armate di Wakanda, al comando di W’Kabi, circondano Erik Killmonger e Salamandra K’ruel.

-Arrendetevi o sarà la vostra fine.- intima W’Kabi.

-La resa è per gli uomini inferiori.- Replica, secco, Killmonger –Agli altri resta sempre una via.-

            Prima che possano fermarlo, salta oltre lo strapiombo dinanzi a lui ed in breve è scomparso in un abisso senza fondo.

-Nemmeno lui può sopravvivere ad una caduta simile.- commenta W’Kabi.

-Non contarci, vecchio amico.- è la risposta di T’Challa. –Quelli come Killmonger sono duri da uccidere e tornano sempre a tormentarci… ma per oggi, credo che sia finita.-

 

 

7.

 

 

ADDIO E GRAZIE PER TUTTO IL PESCE

 

            Qualche ora dopo, a Central Wakanda, il nostro piccolo cast è riunito per gli addii.  Jack Porter si prepara a lasciare le sue compagne di viaggio.

-Dove intendi andare?- gli chiede Lorna.

-Non ci ho ancora pensato.- risponde lui.

-Sai, io credo che tu ci abbia nascosto molte cose.- interviene Jann. –Tu sapevi chi era Killmonger e quali erano le sue intenzioni. Come lo sapevi? Ho come la sensazione che tu fossi sulle sue tracce e che tu non abbia scelto a caso la strada per la nostra fuga, quella che ci ha portato dritti al suo rifugio.-

            Il ragazzo sorride, rispondendo:

-Dici? Chissà… Forse hai ragione Jann, forse non ero solo in gita di piacere ed avevo un incarico da parte di qualcuno per rintracciare Killmonger.-

-E chi? L’MI6? Lo S.H.I.E.L.D.?-

-Beh forse il Servizio Segreto Belga.- ribatte lui con un sorriso enigmatico.

-Belga? E che c’entra?-

            Lorna sorride, mentre dice:

-Forse ho capito… ma non ci posso credere. Dimmi: Jack Porter non è il tuo vero nome, giusto?-

-Ah, potrebbe anche essere.- replica l’altro.

Ecco arrivare la Pantera Nera ad interrompere il discorso.

-Maestà, come sta Miss Lynne?- chiede Jack.

-Chiamatemi pure T’Challa.- taglia corto T’Challa –Monica sta meglio adesso, si riprenderà presto grazie al cielo.-

-E gli uomini di Killmonger?- chiede Lorna.

-Resteranno nelle mie prigioni finché non saranno processati per aver complottato contro il trono. Sono un sovrano severo, a volte, ma mi vanto di essere giusto e loro sperimenteranno sia la severità, che la giustizia.- la Pantera si volge verso le due donne –E voi che farete, tornate a casa?-

            Jann scuote il capo

-Ci sono cose che devo scoprire e sono una ragazza curiosa. Cercherò le risposte su un certo stregone e sul ruolo che ha avuto negli eventi che mi sono accaduti.-

-Ed io verrò con te.- interviene Lorna –Per lo stesso motivo.-

-Molto bene.- dice la Pantera Nera –le donne di cui portate i nomi sono ancora ricordate in tutta l’Africa. Per loro e per l’aiuto che mi avete dato, le risorse di Wakanda sono a vostra disposizione.-

            Del che, naturalmente, le ragazze ringraziano e questo è il momento più adatto per lasciare questa scena e chiudere questa storia.

 

DUE PAROLE DI CHIUSURA.

 

            E con questo, il racconto di Everett K. Ross termina Nikki Adams balza dalla sua poltrona nel suo ufficio al Dipartimento di Stato a Washington.

-Come sarebbe a dire che è finita così?- esclama. E secondo te, io dovrei raccontare al Segretario questa storia senza capo né coda? Ross, tu hai voglia di finire in qualche sperduta ambasciata di decimo ordine, credimi.-

-Beh, se posso permettermi, preferirei qualche stato dell’Oceano Indiano, stavolta.- replica, serafico, l’altro –Comunque non è colpa mia se le cose sono andate così, ad alcuni dei fatti io non ero nemmeno presente e .. beh… ho dovuto supplire qualche dettaglio, diciamo.-

-Già, lo immagino. Chissà quanto ti sei inventato.-

-Molto poco in verità. Ora che ne dici se la piantassimo qui e concludessimo la serata rotolandoci su un bel materasso?-

-Nei tuoi sogni, Ross-.-

-Sigh, ci speravo, davvero. Oh, in quel rapporto al Segretario mettici che T’Challa ha deciso di inviare nuovi aiuti militari a Halwan. Uomini ed armamento sofisticato. Partiranno il prima possibile.-

-E aspetti adesso a dirmelo? Ross, sei incorreggibile. Su vieni, glielo dirai tu stesso.-

-Un attimo cara, devo avvertire gli spettatori che Qu…Qu…Questo è tutto ragazzi.-

-ROSS!!-

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Si conclude così la trilogia che è stata più influenzata dal mio forzato blocco di quasi quattro mesi. Non l’ho scritta come avrei voluto, ho tralasciato molte cose ed altre le ho, forse, eccessivamente compresse, Ormai è andata così, ma, in fondo, non è proprio finita, perché…

1)       Chi sia il misterioso Jack Porter e quali siano i suoi legami con l’Africa non è stato chiarito, così come alcuni misteri che riguardano Jane “Jann della Jungla” Mahoney e Lorna “La Regina della Jungla” Halliwell. Significa che prima o poi avremo un “Jungle Action Reloaded”? Non è affatto da escludere. -_^ Restate sintonizzati.

2)       Avremo il piacere di rivedere la Pantera Nera in Devil #36 assieme ad un discreto numero di guest star. Se la cosa v’interessa, siete avvertiti

3)       Se avete interesse nella Vedova Nera oltre alla comparsa nel citato Devil #36 ed in prossimi episodi di questa serie, vi consiglio di non perdere i futuri episodi dei Vendicatori.

Nel prossimo episodio: l’inizio di una saga di spionaggio internazionale con Clive Reston, Leiko Wu, Shang Chi. Azione e mistero nello stile dei migliori serial di spionaggio, il tutto condito dalle abituali sottotrame ed in più: uno sguardo alla crisi newyorkese scoppiata in Devil #36.

 

 

Carlo



[1] Come visto in WorldWatch #19/20

[2] In Jungle Action #13 (Thor, Corno, #167)

[3] In Marvel Knights #15

[4] E dovreste conoscere anche voi, se no: vergogna!

[5]Nel famigerato WorldWatch #201

[6] Nell’episodio #33.

[7] Nell’episodio precedente.

[8] Come visto in Black Panther Vol IV #11/12 (Cavalieri Marvel, MITA, 11/12)